Approfondiamo ordunque queste sensazioni: il transito di Giove nel proprio Segno è foriero di maggiore ottimismo personale, di auto-confidenza costruttiva. E' facile accettare e cooperare con istituzioni religiose, si diventa più mistici, più ricercatori della "verità", più filosofici. E' un buon periodo per cercare il riconoscimento ed il favore di persone in posizione di potere o di elevata posizione sociale, che tradotto alla lettera significa che "i calcinculo" non sono solo delle giostre. I nativi del Segno cercano un miglioramento personale e un rinnovato interesse negli studi soprattutto spirituali, elevati o superiori. Questo transito favorisce inoltre gli investimenti, i viaggi, gli sport, l'arte pescina, l'altruismo in forme elevate e di conseguenza i nativi guadagnano prestigio poichè l'interesse verso il prossimo è di tipo sagittariano e dunque scevro di egoismo o di tornaconti personali. Questo passaggio di Giove aumenta considerevolmente l'energia fisica e mentale e soprattutto il livello di salute. E per finire la ciliegina sulla torta: l'amore non solo è in lettere maiuscole, ma vi porterà dritto all'altare, cari i miei Scorpioncini
Da oggi fino al 26 dicembre Giove sta transitando al 15° grado dello Scorpione.
Ecco il significato esoterico di questo grado:
Un orso è addormentato sotto un albero, circondato da uno sciame d'api che ronzano attorno alla sua testa.
Grado Maschile, vuoto, di spregevole indolenza, della Luna.
Non solamente costui è inutile per sé e per gli altri, a causa della sua natura pigra, effeminata e vanitosa, ma di più è pronto ad appropriarsi del lavoro d'altri che, confidando della sua apparenza di brav'uomo, della sua immobilità, della sua lentezza, che lo fanno sembrare inoffensivo, il lavoratore commette l'imprudenza di lasciare il suo avere alla portata del depredatore.
Come l'orso che si nutrirà del favo del miele che le diligenti api hanno ammassato per loro riserva, vedendolo addormentato e fatalista, che accusa Dio e il diavolo, il cielo e la terra, della sua povertà e del suo sconforto, ha l'occhio aperto ed il gesto pronto per offrirsi a spese altrui, la dolcezza di cui la sua pigrizia naturale lo priva soltanto per sua colpa.
Abituato a non fare niente, è preso talvolta da una crisi d'attivismo; non è cattivo, in fondo, perché non si lancia senza apprensione alla conquista del mondo poiché la sua incompetenza avrà per lui dei risultati assai deplorevoli, come la sua precedente inazione. Il risultato sarà ancora una volta lo stesso se non si sveglierà per sentire crescere i suoi istinti di belva e buttarsi nella mischia lancia in resta, scegliendo la sua selvaggina tra i deboli, i solitari, di cui desidererà la fortuna anche se macchiata di sangue.
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